Lunedì.
Settimana strana, un po' difficile, iniziata incontrando la parola "supercilioso". Sembrava una parola innocua, addirittura un complimento, e invece: clic.
Martedì.
Vita privata: otto ottobre, giorno importante. Mi fa sempre venire in mente la battuta di un mio ex compagno di squadra:
"- E tu quando pensi di sposarti?
- Eh lotto!
- Ah sì l'8?
- Sì lotto, lotto per non sposarmi."
Scherzi a parte, ho scoperto che 8 è il numero atomico dell'ossigeno, qualcosa vorrà pur dire.
Mercoledì.
Ho cominciato lentamente a correggere "Firmato B.". A proposito, ci tengo a precisare di aver dato il titolo molto prima dell'uscita di "B." di Filippo Ceccarelli e di certo i protagonisti dei due libri non hanno niente in comune.
Giovedì.
Certo che ogni tanto verrebbe da cantare la canzone di Levante a squarciagola (clic). La cosa divertente è che oggi, leggendo un romanzo di D'Annunzio (non chiedetemi il perchè, anzi chiedetemelo, che ho delle buone scuse) trovo: "la vita gli parve un cieco fermento di materie impure". Coincidenze?
Venerdì.
C'è quel famoso discorso che "chi impara (di solito il bambino), non è una scatola vuota da riempire". Ora, vuota sicuramente no, ma se fosse una scatola piena? Piena di tante cose, ma non abbastanza da non aver spazio per la meraviglia, per le sorprese. Io vorrei esserlo, un recipiente, capiente (capace!) e accogliere un sacco di cose, dando loro forma. Ecco, in altre parole, senza buttare le conquiste della pedagogia (no sia mai!), vorrei provare a ridare un po' di dignità al verbo "trasmettere".
Categoria: la mia settimana